In questi giorni sta già partecipando al primo raduno, il secondo sarà a fine giugno e il terzo a fine luglio, per poi iniziare l’attività effettiva a settembre. Riccardo Genovese, atleta dell’Under 16 dell’Itinera CUS Ad Maiora Rugby 1951, è stato selezionato per far parte dell’Accademia Nazionale Under 18 di Milano, che ha la sede all’Istituto Leone XIII ed è una delle quattro esistenti sul territorio italiano. Le altre tre sono a Prato, Roma e Treviso. Con lui ci sono altri dodici ragazzi nati nel 2002 e quattro del 2001. Riccardo al mattino frequenterà l’Istituto Tecnico Turistico “Marignoni-Polo” e al pomeriggio si allenerà. Il 16enne torinese ha iniziato a giocare a rugby al CUS da Under 12. Dopo aver praticato le arti marziali e il basket, papà Lorenzo, che aveva sempre giocato a calcio (mamma Elena è invece un’ex pallavolista), gli ha consigliato di provare la palla ovale. Alla fine si è appassionato anche Lorenzo, trovando spazio nella compagine Old degli Highlanders Zer011, con la quale ha partecipato ai World Masters Games del 2013.
Riccardo, complimenti, ti aspettavi la chiamata?
«Mi sono impegnato molto per arrivare all’Accademia e quest’anno penso di essere migliorato sia rugbisticamente sia personalmente. Sapevo però che non sarebbe stato facile, perché la concorrenza era notevole. Quando ho ricevuto la comunicazione sono stato molto felice».
Come giudichi la tua ultima stagione?
«Ho cambiato ruolo e sono passato da ala/centro a terza linea centro. I tecnici mi avevano già prospettato questa possibilità e durante l’allenamento successivo all’infortunio di Eugenio Riccardi, mi hanno chiesto di andare a giocare come 8. È stata un’ottima scelta e quest’anno mi sono divertito molto. Mi sono trovato bene, anche grazie ai compagni che mi hanno aiutato a entrare bene e più facilmente nel nuovo ruolo».
Quali benefici hai riscontrato?
«Ho avuto molti più palloni da giocare di quando ero trequarti e, sfruttando le mie doti di sfondamento, ho segnato maggiormente».
Quali ritieni siano la tue qualità migliori e in cosa pensi di poter progredire?
«Ho notevoli margini di crescita nel placcaggio, anche se rispetto all’anno scorso penso di essere migliorato. Credo di avere un buon passaggio e di essere abbastanza potente quando sfondo».
Che stagione è stata come squadra?
«La valuto positivamente, anche se abbiamo avuto parecchi infortuni, che a mio parere ci hanno un po’ rallentato. Valevamo più del sesto posto che abbiamo conquistato. All’inizio puntavamo a giocare troppo individualmente, poi siamo riusciti a esprimersi di più come una squadra e i risultati si sono visti, come le vittorie sul Viadana e sul Calvisano all’andata. Partendo dai barrage, abbiamo battuto almeno una volta tute le squadre che abbiamo affrontato».
Cosa ti aspetti da questa esperienza in Accademia?
«Sarà certamente dura, perché ci alleneremo 4-5 ore al giorno e vedremo le famiglie sono nel fine settimana. M’impegnerò al massimo, perché ho lottato per approdare in Accademia e non voglio farmi scappare l’occasione. Dopo il primo anno saranno valutati i miglioramenti dei singoli e chi non verrà considerato all’altezza sarà mandato a casa. Bisognerà, insomma, guadagnarsi la conferma».
Qual è il tuo obiettivo rugbistico nel medio-lungo termine?
«Punto a diventare un atleta e ad arrivare più in alto possibile, si vedrà se sarà la serie B, la serie A o l’Eccellenza».
C’era un altro rugbista in famiglia, vero?
«Massimo, che ha 12 anni, giocava a rugby, poi ha smesso e ha iniziato con il calcio, ora fa atletica. Stiamo cercando di convincerlo a tornare al rugby».
Hai un idolo nel mondo della palla ovale?
«Mi piace molto Sergio Parisse, un grande atleta e giocatore di rugby e un grande uomo fuori dal campo. Vorrei essere come lui».