“Campo Aperto” con Facundo Columba

Questa stagione ha visto alcuni cambiamenti nella scacchiera dell’Itinera CUS Ad Maiora Rugby 1951. Per conoscere i volti nuovi abbiamo deciso di scambiare due chiacchere con ognuno di loro. Abbiamo deciso di iniziare con Facundo Columba, mediano di apertura argentino classe 1996.

Nato a Rosario (ARG) con lontane origini italiane, come gran parte degli dei suoi compatrioti. Facundo, ha mosso i suoi primi passi con la palla ovale in Argentina, con il Club Universitario di Rosario. Nel 2014 si è poi trasferito per un breve periodo a Colorno, dove ha giocato un test match con la nazionale italiana under 18 contro l’Irlanda. Dopo la prima esperienza italiana è tornato in patria, dove ha esordito in prima squadra, ma la passione per il rugby lo ha portato dall’altra parte del mondo in Nuova Zelanda (patria del rugby), dove ha passato 9 mesi giocando per il Temuca Rugby Football Club vicino a Canterbury. Dopo questa incredibile esperienza, Facundo ha fatto ritorno in Argentina dove ha giocato ancora due stagioni al Club Universitario di Rosario prima di arrivare al CUS Torino.

Il rugby è sempre stata la tua passione o hai praticato anche altre discipline?

<< Prima di giocare a rugby ho praticato tante altre discipline come il judo, la pallanuoto, il basket, il calcio, avendo frequentato un liceo sportivo ho fatto praticamente di tutto – Cosa ti ha spinto a scegliere il rugby? – Ho iniziato a giocare grazie a 4 amici, prima giocavo a calcio e grazie a loro ho deciso di provare con il rugby. Quando ho iniziato ero molto più veloce di adesso, quindi per gli avversari era difficile fermarmi. Questo potenziale mi ha spinto a dedicarmi alla palla ovale. Per me il rugby è un mix di diversi sport: dobbiamo saper giocare con i piedi come nel calcio, bisogna avere manualità con il pallone come nel basket, ma anche saper atterrare l’avversario come nel judo, questo è un aspetto della disciplina che mi affascina>>.

Avendo giocato a rugby in tre paesi diversi, quali differenze hai trovato nel approccio alla disciplina?

<<In Argentina siamo famosi per la passione che mettiamo in tutto ciò che facciamo, in questo caso il bello del gioco argentino sta proprio nel cuore che ogni compagno e avversario, mette sia in allenamento che in partita. Anche in Italia siete molto passionali, ma in modo diverso. In Nuova Zelanda semplicemente ce l’anno nel sangue, loro vivono il rugby 24 ore al giorno sette giorni su sette. E’ per questo che sono i migliori al mondo. Quando ho giocato li da loro nei campionati minori, ho avuto modo di misurarmi con autentici totem come Brad Thorn, ex seconda linea degli Hurricanes e degli All Blacks campioni del mondo nel 2011. Qui in Italia invece siete molto professionali, seguite una routine maniacale tra sessioni di sala pesi e allenamenti in campo, rimanendo sempre concentrati al 100% sul lavoro. Una cosa che mi ha colpito è l’intelligenza dei giocatori, per imparare una giocata basta un allenamento, il giorno seguente è già assodata>>.

Come ti trovi al CUS Torino e cosa ti aspetti da questa esperienza?

<<La squadra è fantastica, mi sono ambientato in pochissimo tempo, mi sento già come a casa. I senatori del gruppo sono molto presenti, se hai un problema o un dubbio sono sempre a disposizione per darti una mano. Voglio fare del CUS casa mia come in precedenza è stato per Colorno e in Nuova Zelanda. Il mio obiettivo è imparare tutto ciò che comprende la parte più strategica del gioco, voglio fare il salto di qualità, e sento che coach Lucas D’angelo può darmi un grande aiuto>>.

Il CUS Torino promuove il binomio sport – studio, tu segui qualche corso all’Università?

<<Sì il 22 ottobre inizierò a frequentare Scienze Motorie presso l’Università degli Studi di Torino. Seguirò anche un corso di italiano in modo da perfezionare la lingua scritta e parlata>>.

Quali sono i tuoi obiettivi per il futuro? Ad esempio alla classica domanda come ti vedi da qui a 5 anni, cosa risponderesti?

<<Da qui a 5 anni? Vorrei giocare un mondiale. Il mio obiettivo è diventare un professionista, è tutta la vita che mi sto preparando per questo e voglio realizzare il mio sogno –  Hai anche un piano B?  – Si mi piacerebbe diventare un allenatore di rugby, e ti dirò di più ho anche un progetto specifico: rivoluzionare le classiche tecniche di allenamento di questo sport. In questo senso la laurea in Scienze Motorie  sarebbe un’ottima base di partenza per poi approfondire la materia. Come ho detto per me il rugby è un mix di discipline e mi piacerebbe creare un sistema di allenamento che combini le tecniche del rugby con quelle degli altri sport. In Nuova Zelanda ho avuto modo di vedere che è un idea realizzabile. Ricordo che i miei compagni erano bravi in qualsiasi sport: grandi atleti, ottimi giocatori di basket, di pallavolo ecc. tutto  poi si vedeva anche in campo perché avevano più confidenza nei movimenti e nelle azioni di gioco>>.

Ti piace la città di Torino?

<<Sì è stupenda. Al momento non ho visto molto dato che per preparare la stagione ho dovuto pensare solamente al rugby, ma con la pausa di novembre mi prenderò un momento per conoscere meglio la città. Al momento Piazza Vittorio Veneto è il luogo che mi è piaciuto di più>>.

Fuori dal campo Facundo è un autentico “sportman”: ama il basket NBA, è tifoso dei San Antonio Spurs, ma il suo giocatore preferito è Jason “White Chocolate” Williams (ex Miami Heat e Sacramento Kings) a testimonianza del fatto che gli piace pensare fuori dagli schemi. Segue anche il football NFL (tifa per i New York Jets), e come tutti gli argentini ha una passione incondizionata per il calcio giocato, ma non ama tutto ciò che gli ruota attorno.