Una serata al CUS Ad Maiora per il ct Andrea Di Giandomenico

Potersi confrontare con il ct della Nazionale non capita tutti i giorni. Ieri sera è accaduto alle ragazze del CUS Ad Maiora Rugby 1951 e ai loro coach Wady Garbet e Antonio Campagna, che hanno incontrato, nella sala riunioni del centro sportivo Angelo Albonico, Andrea Di Giandomenico e hanno potuto chiacchierare con lui, che ha poi guidato una seduta d’allenamento. Il tecnico sarà a Grugliasco più o meno una volta al mese e, oltre a seguire la squadra femminile, dedicherà spazio a lezioni di aggiornamento per gli allenatori.

«Il movimento femminile – spiega il ct – è certamente in un momento di crescita e il merito è di un circolo virtuoso. Se da un lato possiamo dire che i risultati positivi della Nazionale maggiore siano un traino importante per avvicinare le giovani al nostro sport, è anche vero che se prima non ci fosse stato un grande intervento da parte dei club, che hanno permesso alle ragazze di praticare il rugby, non ci sarebbe stata la Nazionale. La squadra azzurra va a finalizzare un lavoro che parte dal basso ed è svolto dalle società. Negli ultimi anni stanno dando un apporto significativo anche le figure regionali, come Elisa Rochas in Piemonte, che contribuiscono allo sviluppo ancora più dal basso, concentrandosi sui settori giovanili. La forza del rugby femminile è insomma l’unità d’intenti, che porta tutti a remare nella stessa direzione».

A proposito della Nazionale, «avremo i soliti stage di preparazione e a novembre il primo incontro in vista del 6 Nazioni. Quest’anno ci sarà poi un grande appuntamento in più, rappresentato dalla Coppa del Mondo ad agosto 2017 in Irlanda. Esserci è per noi il riconoscimento del buon lavoro che stiamo svolgendo. Ci saranno 12 nazioni, suddivise in tre gironi. Le tre prime e la migliore seconda accederanno alle semifinali e dunque l’impegno sarà durissimo. Non ci accontenteremo della partecipazione e cercheremo di esprimere al massimo le nostre potenzialità. Andremo per giocarci tutte le nostre carte. Il 6 Nazioni come manifestazione mantiene il suo fascino e fare calcoli in proiezione Mondiale non sarà facile. Dovremo perciò impegnarci sul doppio binario, perché in Irlanda avremo una partita ogni quattro giorni e più ampia sarà la rosa e più esperienza riusciremo a far fare a un numero maggiore di ragazze e meglio sarà per tutti». Si sta lavorando per portare una gara del 6 Nazioni femminile dell’Italia a Torino, presumibilmente allo Stadio Primo Nebiolo.

In un movimento che vuole continuare a progredire, il CUS Torino si candida a essere sempre più un punto di riferimento, grazie anche al rapporto di collaborazione esistente con il Rivoli e ai “tutoraggi” con Monti Chieri, Biella, Novi, Cuneo Pedona e Monferrato. «È certamente oggetto d’interesse da parte nostra – afferma Di Giandomenico – perché, come le altre risorse presenti sul territorio, è la linfa che ci permette di avere un presente e soprattutto un futuro. Qui al CUS ci sono ragazze interessanti, ma ciò che più conta è che al momento alle spalle ci sia un gruppo forte, che può poggiare su numeri rilevanti. Sono queste le condizioni migliori che consentono alle individualità di emergere. Le porte della Nazionale sono aperte per tutte coloro che dimostrino di essere all’altezza. I ricambi sono fondamentali e siamo felici che il meccanismo di base sia sano e che gli avvicendamenti che abbiamo avuto all’interno della nostra rosa di atlete siano stati assorbiti naturalmente, senza creare alcun tipo di scompenso».